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Il torrente Baganza
tra gli abitati di Cassio e Chiastre, posti uno di fronte all’altro sui due
versanti opposti della vallata,è attraversato per 5 km da curiosi e
affascinanti affioramenti rocciosi che si stagliano nettamente rispetto al
terreno circostante: sono i “Salti del Diavolo”, guglie e pareti rocciose
residuo di antiche catene montuose sottomarine risalenti a più di 80 milioni
di anni fa.
Il toponimo deriva dalla leggenda locale che vuole il diavolo fuggire
attraverso la valle alla vista di un crocifisso esposto da un santo eremita
lasciando dietro di se le proprie impronte. Su queste rocce costituite da
conglomerati e arenarie si è sviluppato nei secoli l’attività estrattiva che
forniva, ancora fino agli anni 50, materiale agli scalpellini locali per la
produzione di manufatti e macine da mulino. Da alcun anni è stato recuperato
un sentiero detto appunto “degli Scalpellini” che consente rivivere con
diversi pannelli illustrativi le tappe di questa pagina di storia e cultura
locale. Il paese di Cassio, posto lungo in percorso della medievale Via
Francigena, è il punto di partenza della ciclopista dei Salti del Diavolo e
del sentiero CAI 771 “degli Scalpellini”.
L'abitato di Cassio, di origine romana, ospitava già nel 1003 uno
xenodochio per i pellegrini dedicato a sant'Ilario, dipendente dal monastero
di San Giovanni Evangelista di Parma. La chiesa dedicata a santa Maria
Assunta, è ricordata per la prima volta nel XII secolo, ma l'attuale
edificio risale al XVII secolo. L'interno conserva un prezioso frammento di
affresco dell''inizio del XV secolo, raffihurante Sant'Ilario e San
Benedetto. |

Cassio: chiesa parrocchiale.
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Dalla chiesa
(821m,
WP01)(limitato
spazio di parcheggio) si imbocca il tratto di strada che riporta sulla
statale (cartelli CAI 771 per la Chiastra di San Benedetto).
Attraversata la statale si segue per qualche centinaio la provinciale
per Selva del Bocchetto fino a raggiungere, la deviazione per la Chiastra
(cartelli), si volta a destra e si imbocca un'ampia mulattiera che in
pochi minuti conduce alla «sbarra» che precede di pochi metri il «Salto»
(840m, WP02, 15').
Oltrepassata
la barriera ci si trova di fronte alla spettacolare formazione rocciosa
(area pic-nic e pannello esplicativo), che colpisce per la sua verticalità e
per sua forma ardita ben visibile per i suoi caratteristici solchi verticali
(“Le unghiate del Diavolo”) che lo scolpiscono nella sua parete di
sud-ovest.
Il sentiero CAI 771 termina in questo punto, ritornati alla sbarra si volta
a sinistra e si inizia a salire sulla comoda traccia che si dirige verso il
Monte Cassio (segnavia presenti), il sentiero intrapreso corrisponde ad una
variante della Via Francigena.
Dopo pochi metri si devia a sinistra e si raggiunge un piccolo spiazzo
erboso dove la «Chiastra» appare come un magnifico pilastro di roccia.
Tornati sul tracciato della mulattiera si piega a sinistra cominciando a
salire in direzione del Monte Cassio (cartelli assenti ma segnavia ben
visibili). Con un ripido strappo si raggiunge in pochi minuti un punto
panoramico che permette di osservare anche il versante est della «Chiastra»,
alla base del roccia sono visibili i
grandi massi precipitati durante il
crollo di uno spuntone di roccia della stessa avvenuto nel 2012. (in
queste foto è
possibile confrontare la "chiastra" prima e dopo il crollo).
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Veduta del lato Est della Chiastra di
San Benedetto.
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Un lungo tornante nel bosco permette infine di guadagnare costantemente
quota fino a sbucare sulla piatta, vasta ed erbosa sommità (belle fioriture
in primavera) del Monte Cassio
(1023m, WP04, 60'/1h
15'), in parte deturpata da
numerose antenne e priva di panorama perché completamente circondata dagli
alberi.
Attraversato i prati sommitali si imbocca una larga sterrata che inizia a
scendere con moderata pendenza verso est. In breve si raggiunge il bivio con
una altra carraia, che svolta a destra verso un rimboschimento di conifere
(990m, WP05). Abbandonata la traccia precedente si mantiene
nuovamente la destra e ci si inoltra nella fitta vegetazione. Giunti a bivio
(972m,WP06) successivo si ignora la deviazione a Dx che riporta a Cassio e si scende
tenendo la sinistra verso la strada statale della Cisa.
Raggiunta la strada in prossimità di un pannello informativo della via
Francigena (900m, WP07, 50'/2h 05') si prosegue a Dx, in questo tratto passa la VF, e alla
successiva curva si abbandona la strada, si svolta a Sx penetrando nel fitto
della vegetazione e si prosegue sul percorso della VF. Dopo una ripida
discesa, con belle viste sul paese di Cassio, il torrente Baganza e sui
"salti", il sentiero piega a sud e comincia a spianare, tra boschi, campi e
muretti a secco si sale con pendenza costante fino a raggiungere una piccola
area di pic-nic dominata da un piccolo "salto". In pochi istanti si
raggiunge il tracciato del "sentiero degli scalpellini" che per un breve
tratto coincide con quello della VF (792m, WP09,
40'/2h 45') (segnavia
presenti).
A questo punto si può chiudere l'anello dirigendo verso il paese, ma in
questo caso si è preferito allungare un po' il percorso per scendere fino al
Torrente Baganza seguendo in discesa il CAI 771 in direzione Chiastre.
L'ampio sentiero inizia a scendere rapido nel bosco compiendo alcune svolte
fino a raggiungere il torrente Baganza dove non rimane che osservare i resti
del bellissimo ponte sospeso che purtroppo e stato sradicato da una piena
del torrente (564m, WP10, 30'/3h15').
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Resti del "ponte del Diavolo" sul
torrente Baganza.
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Visionato i resti del ponte si riprende il sentiero CAI 771 in
salita che riporta verso Cassio.
Ritornati a bivio con la VF si
prosegue verso il paese, si può osservare
sulla Sx un affioramento roccioso di arenaria dove sono evidenti i segni
dell'estrazione delle lastre di pietra, che dal medioevo fino agli
anni 50, veniva poi lavorata per realizzare elementi decorativi e sculture.
Raggiunta una grande fontana con vasca
si entra a Cassio per un caratteristico
passaggio voltato
(probabile resto di un accesso fortificato) e poco dopo si raggiunge la
chiesa del paese preceduta da un piccolo spiazzo
(820m, WP01, 60'/4h 15'). |
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Geositi:
Salti del Diavolo e Flysch di Cassio |
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Successione
stratigrafica cretacica comprendente diversi termini, tra cui particolare
interesse hanno i Conglomerati dei Salti del Diavolo, che formano una serie
di creste e guglie trasversali alla Val Baganza, e gli spettacolari
affioramenti del Flysch di Monte Cassio.
Area di affioramento di una interessante successione stratigrafica
depositatasi durante il Cretacico sul margine africano (insubrico)
dell'Oceano Ligure. La successione comprende diverse unità, tra le quali
particolare rilievo morfologico hanno i Conglomerati dei Salti del Diavolo.
I Salti del Diavolo sono uno spettacolare allineamento di guglie
conglomeratico-arenacee, formate da un unico corpo sedimentario avente
giacitura subverticale intercalato alle Argille Varicolori di Cassio.
L'unità è attribuita al Campaniano e si trova inserita stratigraficamente
tra alternanze di torbiditi sottili e argille rosse abissali (Argille
Varicolori di Cassio). I conglomerati sono quasi verticalizzati e per questo
attraversano la valle come una muraglia discontinua, formata da una sequenza
di guglie. Sono il prodotto di flussi gravitativi che hanno risedimentato in
ambiente oceanico ciottoli di dimensioni centimetriche e talvolta
decimetriche, formando un grande corpo stratificato di conglomerati che
verso il tetto passano con gradazione ad arenarie. La composizione di questi
conglomerati, presenti tra dal Monferrato al modenese, denuncia una
provenienza da settori che mettevano in erosione unità del basamento e della
copertura permo mesozioca del margine continentale austroalpino-sudalpino.
Mancano le ofioliti, a dimostrare come nel Campaniano il bacino di
sedimentazione del Flysch di Monte Cassio si trovasse in condizioni
paleogeografiche molto diverse da quelle in cui sedimentava il Flysch di
Monte Caio. Tra gli elementi conglomeratici arrotondati, che hanno subito
quindi un trasporto fluviale in ambiente continentale, si trovano quarziti,
micascisti, gneiss, graniti a feldspati rosati, porfidi quarziferi
rossastri, dolomie, calcari oolitici, calcari spongolitici scuri e selci
versastre. Sono anche presenti frammenti rocciosi spigolosi verosimilmente
intrabacinali di calcari selciosi verdi e calcari micritici bianchi. In
sintesi, si tratta di conglomerati ad elementi ben arrotondati sedimentari,
metamorfici e granitoidi di composizione ad affinità sudalpina (SAMES,
1967), in bancate potenti che passano gradualmente ad un tetto arenaceo
grossolano.
Il Flysch di Monte Cassio è in affioramento in uno spettacolare fronte di
pareti rocciose lungo la sponda destra del torrente Baganza, nelle quali è
magnificamente esposta l'area tipo dell'omonima Formazione, la cui potenza
raggiunge i 1000 m (sezione misurata, strato per strato, da Papani). Strati
calcarenitico marnosi compongono prevalentemente la sequenza torbiditica,
raggiungendo spesso spessori sopra i 10 m, a cui si intercalano strati di
arenarie laminate e di calcare marnoso di minore spessore. Molto evidente la
giacitura a sinclinale che interessa tutto l'affioramento. Di estremo
interesse i passaggi stratigrafici e tettonici a nord e a sud
dell'affioramento. In quasi tutti gli strati sono presenti bellissime e
varie strutture sedimentarie e tracce fossili.
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L'eccidio Nazista di Cassio |
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Nel novembre 1944
il territorio dell’alta Val Parma venne attraversato da ingenti forze
nemiche, soldati addestrati ed equipaggiati per azioni di antiguerriglia,
che rastrellarono paesi e boschi alla caccia di partigiani. Trascorsero
quasi una ventina di giorni prima che gli antifascisti potessero fare
ritorno e rioccupare il territorio che avevano dovuto abbandonare in fretta
e furia poche settimane prime per evitare la cattura. Nella casa della
famiglia di mezzadri Bernini-Rossi a Lama di Ravarano si era insediata una
parte degli uomini che componevano il Distaccamento Stomboli-Gradessa” della
12a Brigata Garibaldi. Nonostante la calma che sembrò segnare il dopo
rastrellamento, una spiata rivelò ai tedeschi di stanza a Cassio Parmense,
non lontano la presenza dei partigiani a Lama. Il resto è prevedibile: la
casa venne circondata e gli uomini presenti furono arrestati. Bruno Ferrari,
partigiano “Zannarossa”, scelse di uccidersi, facendosi scoppiare una bomba
a mano sul ventre, piuttosto di essere catturato. Agli altri furono legati i
polsi dietro la schiena col filo di ferro vennero condotti verso Cassio,
abbandonando le donne impaurite e disperate per l’arresto degli uomini e per
le fiamme che avvolgevano la loro casa.
I prigionieri furono prima trasferiti al comando di Berceto per essere
interrogati dalla polizia militare tedesca, poi, nella notte tra il 6 e il 7
dicembre, portati segretamente in una località detta Conca della Bora a
poche centinaia di metri dal centro abitato di Cassio. Là vennero uccisi e
sepolti all’insaputa di tutti, che li pensarono deportati in Germania. I
loro corpi sarebbero stati scoperti solo a guerra finita. Quando furono
recuperate le salme dei “martiri della famiglia Bernini-Rossi” venne alla
luce anche una undicesima salma di uno sconosciuto, probabilmente un
olandese disertore dell’esercito tedesco ucciso insieme a loro.
L'eccidio viene ricordato dal Monumento ai «Martiri di Cassio» situato
all'ingresso dell'abitato.
E' possibile visitare il sito dell'eccidio compiendo una breve deviazione,
nel tratto iniziale, per raggiungere la Conca della Bora. In questo caso si
ignora la citata carraia che si dirige all'affioramento roccioso e, in
seguito, una seconda sterrata sullo stesso lato della strada, segnalata come
ciclopista dei «Salti del Diavolo», si raggiunge il cartello che segnala la
deviazione per la Conca della Bora Scendendo quindi verso destra si perde
quota tra la boscaglia fino a raggiungere il bivio con una traccia più esile
(cartello), che in pochi istanti raggiunge la piccola radura (710 m, 0,25
h).
Una lapide e una piccola croce ricordano i partigiani e i civili qui
fucilati e seppelliti il 5 dicembre del 1944 |
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Andrea Greci - Chiastra di San Benedetto
e Monte Cassio - Gazzetta di Parma 10 Agosto 2011
Andrea Greci - Sentiero degli Scalpellini - Gazzetta di Parma 7 Luglio 2011
Andrea Greci - Guida ai sentieri dell'Appennino Parmense
La Via
Francigena da Collecchio al Passo della Cisa - Editore: Gazzetta di Parma 2011
Regione Emilia Romagna - Servizio Geologico, Sismico e dei suoli - I
Geositi dell'Emilia Romagna
Sito Web
Comune di Calestano |
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Lista WayPoints con tempi di percorso |
Localita |
Alt.(m) |
WP |
Parz. |
Totale |
Note |
Cassio Parmense |
820 |
01 |
00' |
00' |
[ Scarica PDF Lista
completa WayPoints ] |
Chiastra S. Benedetto |
840 |
02 |
15' |
15' |
|
Monte Cassio |
1021 |
04 |
60' |
1h 15' |
|
Incrocio con SS62 |
900 |
07 |
50' |
2h 05' |
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Area di sosta |
800 |
08 |
40' |
2h 45' |
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Ponte sul Baganza |
564 |
10 |
30' |
3h 15' |
|
Cassio Parmense |
821 |
01 |
60' |
4h 15' |
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PROFILO
ALTIMETRICO |
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MAPPA PERCORSO
- GPSies.com |
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