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IT88

   Anello del Monte Cassio da Cassio Parmense.
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Giorgio Tanzi 2015

Caratteristiche Percorso

 Itinerario   Cassio Parmense - Chiastra S. Benedetto - Monte Cassio - SS62 - Ponte su Baganza - Cassio.
 Dislivello   Salita: 550 m   Discesa: 550 m
 Lunghezza   11 Km
 Difficoltà  

E

 L'itinerario non presenta difficoltà.
 Segnavia   CAI 771 - VF - Variante VF
 Durata   4 ore circa.
 Altitudine Massima   Monte Cassio  1020m
 Cartografia   Carta IGM 1:25.000 -  Foglio: CASSIO 217 NO  [ Visualizza porzione della mappa ]
 

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Il torrente Baganza tra gli abitati di Cassio e Chiastre, posti uno di fronte all’altro sui due versanti opposti della vallata,è attraversato per 5 km da curiosi e affascinanti affioramenti rocciosi che si stagliano nettamente rispetto al terreno circostante: sono i “Salti del Diavolo”, guglie e pareti rocciose residuo di antiche catene montuose sottomarine risalenti a più di 80 milioni di anni fa.
Il toponimo deriva dalla leggenda locale che vuole il diavolo fuggire attraverso la valle alla vista di un crocifisso esposto da un santo eremita lasciando dietro di se le proprie impronte. Su queste rocce costituite da conglomerati e arenarie si è sviluppato nei secoli l’attività estrattiva che forniva, ancora fino agli anni 50, materiale agli scalpellini locali per la produzione di manufatti e macine da mulino. Da alcun anni è stato recuperato un sentiero detto appunto “degli Scalpellini” che consente rivivere con diversi pannelli illustrativi le tappe di questa pagina di storia e cultura locale. Il paese di Cassio, posto lungo in percorso della medievale Via Francigena, è il punto di partenza della ciclopista dei Salti del Diavolo e del sentiero CAI 771
“degli Scalpellini”
.
L'abitato di Cassio, di origine romana, ospitava già nel 1003 uno xenodochio per i pellegrini dedicato a sant'Ilario, dipendente dal monastero di San Giovanni Evangelista di Parma. La chiesa dedicata a santa Maria Assunta, è ricordata per la prima volta nel XII secolo, ma l'attuale edificio risale al XVII secolo. L'interno conserva un prezioso frammento di affresco dell''inizio del XV secolo, raffihurante Sant'Ilario e San Benedetto.


Cassio: chiesa parrocchiale.
 

Dalla chiesa (821m, WP01)(limitato spazio di parcheggio) si imbocca il tratto di strada che riporta sulla statale  (cartelli CAI 771 per la Chiastra di San Benedetto). Attraversata la statale  si segue per qualche centinaio la provinciale per Selva del Bocchetto fino a raggiungere, la deviazione per la Chiastra (cartelli),  si volta a destra e si imbocca un'ampia mulattiera che in pochi minuti conduce alla «sbarra» che precede di pochi metri il «Salto» (840m, WP02, 15').
Oltrepassata la barriera ci si trova di fronte alla spettacolare formazione rocciosa (area pic-nic e pannello esplicativo), che colpisce per la sua verticalità e per sua forma ardita ben visibile per i suoi caratteristici solchi verticali (“Le unghiate del Diavolo”) che lo scolpiscono nella sua parete di sud-ovest.
Il sentiero CAI 771 termina in questo punto, ritornati alla sbarra si volta a sinistra e si inizia a salire sulla comoda traccia che si dirige verso il Monte Cassio (segnavia presenti), il sentiero intrapreso corrisponde ad una variante della Via Francigena.

Dopo pochi metri si devia a sinistra e si raggiunge un piccolo spiazzo erboso dove la «Chiastra» appare come un magnifico pilastro di roccia. Tornati sul tracciato della mulattiera si piega a sinistra cominciando a salire in direzione del Monte Cassio (cartelli assenti ma segnavia ben visibili). Con un ripido strappo  si raggiunge in pochi minuti un punto panoramico che permette di osservare anche il versante est della «Chiastra», alla base del roccia sono visibili i grandi massi precipitati durante il crollo di uno spuntone di roccia della stessa avvenuto nel 2012. (in queste foto è possibile confrontare la "chiastra" prima e dopo il crollo).
 


Veduta del lato Est della Chiastra di San Benedetto.
 

Un lungo tornante nel bosco permette infine di guadagnare costantemente quota fino a sbucare sulla piatta, vasta ed erbosa sommità (belle fioriture in primavera) del Monte Cassio (1023m, WP04, 60'/1h 15'), in parte deturpata da numerose antenne e priva di panorama perché completamente circondata dagli alberi.
Attraversato i prati sommitali si imbocca una larga sterrata che inizia a scendere con moderata pendenza verso est. In breve si raggiunge il bivio con una altra carraia, che svolta a destra verso un rimboschimento di conifere (990m, WP05). Abbandonata la traccia precedente si mantiene nuovamente la destra e ci si inoltra nella fitta vegetazione. Giunti a bivio (972m,WP06) successivo si ignora la deviazione a Dx che riporta a Cassio e si scende tenendo la sinistra verso la strada statale della Cisa.
Raggiunta la strada in prossimità di un pannello informativo della via Francigena (900m, WP07, 50'/2h 05') si prosegue a Dx, in questo tratto passa la VF,  e alla successiva curva si abbandona la strada, si svolta a Sx penetrando nel fitto della vegetazione e si prosegue sul percorso della VF. Dopo una ripida discesa, con belle viste sul paese di Cassio, il torrente Baganza e sui "salti", il sentiero piega a sud e comincia a spianare, tra boschi, campi e muretti a secco si sale con pendenza costante fino a raggiungere una piccola area di pic-nic dominata da un piccolo "salto". In pochi istanti si raggiunge il tracciato del "sentiero degli scalpellini" che per un breve tratto coincide con quello della VF (792m, WP09, 40'/2h 45') (segnavia presenti).
A questo punto si può chiudere l'anello dirigendo verso il paese, ma in questo caso si è preferito allungare un po' il percorso per scendere fino al Torrente Baganza seguendo in discesa il CAI 771 in direzione Chiastre. L'ampio sentiero inizia a scendere rapido nel bosco compiendo alcune svolte fino a raggiungere il torrente Baganza dove non rimane che osservare i resti del bellissimo ponte sospeso che purtroppo e stato sradicato da una piena del torrente (564m, WP10, 30'/3h15').
 


Resti del "ponte del Diavolo" sul torrente Baganza.
 

Visionato i resti del ponte si riprende il sentiero CAI 771 in salita che riporta verso Cassio. Ritornati a bivio con la VF si prosegue verso il paese, si può osservare sulla Sx un affioramento roccioso di arenaria dove sono evidenti i segni dell'estrazione delle lastre di pietra, che dal medioevo  fino agli anni 50, veniva poi lavorata per realizzare elementi decorativi e sculture. Raggiunta una grande fontana con vasca si entra a Cassio per un caratteristico passaggio voltato (probabile resto di un accesso fortificato) e poco dopo si raggiunge la chiesa del paese preceduta da un piccolo spiazzo (820m, WP01, 60'/4h 15').

 
Geositi: Salti del Diavolo e Flysch di Cassio

Successione stratigrafica cretacica comprendente diversi termini, tra cui particolare interesse hanno i Conglomerati dei Salti del Diavolo, che formano una serie di creste e guglie trasversali alla Val Baganza, e gli spettacolari affioramenti del Flysch di Monte Cassio.
Area di affioramento di una interessante successione stratigrafica depositatasi durante il Cretacico sul margine africano (insubrico) dell'Oceano Ligure. La successione comprende diverse unità, tra le quali particolare rilievo morfologico hanno i Conglomerati dei Salti del Diavolo.
I Salti del Diavolo sono uno spettacolare allineamento di guglie conglomeratico-arenacee, formate da un unico corpo sedimentario avente giacitura subverticale intercalato alle Argille Varicolori di Cassio. L'unità è attribuita al Campaniano e si trova inserita stratigraficamente tra alternanze di torbiditi sottili e argille rosse abissali (Argille Varicolori di Cassio). I conglomerati sono quasi verticalizzati e per questo attraversano la valle come una muraglia discontinua, formata da una sequenza di guglie. Sono il prodotto di flussi gravitativi che hanno risedimentato in ambiente oceanico ciottoli di dimensioni centimetriche e talvolta decimetriche, formando un grande corpo stratificato di conglomerati che verso il tetto passano con gradazione ad arenarie. La composizione di questi conglomerati, presenti tra dal Monferrato al modenese, denuncia una provenienza da settori che mettevano in erosione unità del basamento e della copertura permo mesozioca del margine continentale austroalpino-sudalpino. Mancano le ofioliti, a dimostrare come nel Campaniano il bacino di sedimentazione del Flysch di Monte Cassio si trovasse in condizioni paleogeografiche molto diverse da quelle in cui sedimentava il Flysch di Monte Caio. Tra gli elementi conglomeratici arrotondati, che hanno subito quindi un trasporto fluviale in ambiente continentale, si trovano quarziti, micascisti, gneiss, graniti a feldspati rosati, porfidi quarziferi rossastri, dolomie, calcari oolitici, calcari spongolitici scuri e selci versastre. Sono anche presenti frammenti rocciosi spigolosi verosimilmente intrabacinali di calcari selciosi verdi e calcari micritici bianchi. In sintesi, si tratta di conglomerati ad elementi ben arrotondati sedimentari, metamorfici e granitoidi di composizione ad affinità sudalpina (SAMES, 1967), in bancate potenti che passano gradualmente ad un tetto arenaceo grossolano.

Il Flysch di Monte Cassio è in affioramento in uno spettacolare fronte di pareti rocciose lungo la sponda destra del torrente Baganza, nelle quali è magnificamente esposta l'area tipo dell'omonima Formazione, la cui potenza raggiunge i 1000 m (sezione misurata, strato per strato, da Papani). Strati calcarenitico marnosi compongono prevalentemente la sequenza torbiditica, raggiungendo spesso spessori sopra i 10 m, a cui si intercalano strati di arenarie laminate e di calcare marnoso di minore spessore. Molto evidente la giacitura a sinclinale che interessa tutto l'affioramento. Di estremo interesse i passaggi stratigrafici e tettonici a nord e a sud dell'affioramento. In quasi tutti gli strati sono presenti bellissime e varie strutture sedimentarie e tracce fossili.
 

L'eccidio Nazista di Cassio

Nel novembre 1944 il territorio dell’alta Val Parma venne attraversato da ingenti forze nemiche, soldati addestrati ed equipaggiati per azioni di antiguerriglia, che rastrellarono paesi e boschi alla caccia di partigiani. Trascorsero quasi una ventina di giorni prima che gli antifascisti potessero fare ritorno e rioccupare il territorio che avevano dovuto abbandonare in fretta e furia poche settimane prime per evitare la cattura. Nella casa della famiglia di mezzadri Bernini-Rossi a Lama di Ravarano si era insediata una parte degli uomini che componevano il Distaccamento Stomboli-Gradessa” della 12a Brigata Garibaldi. Nonostante la calma che sembrò segnare il dopo rastrellamento, una spiata rivelò ai tedeschi di stanza a Cassio Parmense, non lontano la presenza dei partigiani a Lama. Il resto è prevedibile: la casa venne circondata e gli uomini presenti furono arrestati. Bruno Ferrari, partigiano “Zannarossa”, scelse di uccidersi, facendosi scoppiare una bomba a mano sul ventre, piuttosto di essere catturato. Agli altri furono legati i polsi dietro la schiena col filo di ferro vennero condotti verso Cassio, abbandonando le donne impaurite e disperate per l’arresto degli uomini e per le fiamme che avvolgevano la loro casa.
I prigionieri furono prima trasferiti al comando di Berceto per essere interrogati dalla polizia militare tedesca, poi, nella notte tra il 6 e il 7 dicembre, portati segretamente in una località detta Conca della Bora a poche centinaia di metri dal centro abitato di Cassio. Là vennero uccisi e sepolti all’insaputa di tutti, che li pensarono deportati in Germania. I loro corpi sarebbero stati scoperti solo a guerra finita. Quando furono recuperate le salme dei “martiri della famiglia Bernini-Rossi” venne alla luce anche una undicesima salma di uno sconosciuto, probabilmente un olandese disertore dell’esercito tedesco ucciso insieme a loro.
L'eccidio viene ricordato dal Monumento ai «Martiri di Cassio» situato all'ingresso dell'abitato.
E' possibile visitare il sito dell'eccidio compiendo una breve deviazione, nel tratto iniziale, per raggiungere la Conca della Bora. In questo caso si ignora la citata carraia che si dirige all'affioramento roccioso e, in seguito, una seconda sterrata sullo stesso lato della strada, segnalata come ciclopista dei «Salti del Diavolo», si raggiunge il cartello che segnala la deviazione per la Conca della Bora Scendendo quindi verso destra si perde quota tra la boscaglia fino a raggiungere il bivio con una traccia più esile (cartello), che in pochi istanti raggiunge la piccola radura (710 m, 0,25 h).
Una lapide e una piccola croce ricordano i partigiani e i civili qui fucilati e seppelliti il 5 dicembre del 1944

 

Andrea Greci - Chiastra di San Benedetto e Monte Cassio - Gazzetta di Parma 10 Agosto 2011
Andrea Greci - Sentiero degli Scalpellini - Gazzetta di Parma 7 Luglio 2011
Andrea Greci - Guida ai sentieri dell'Appennino Parmense 
La Via Francigena da Collecchio al Passo della Cisa - Editore: Gazzetta di Parma  2011
Regione Emilia Romagna - Servizio Geologico, Sismico e dei suoli - I Geositi dell'Emilia Romagna
Sito Web Comune di Calestano

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Lista WayPoints con tempi di percorso

Localita Alt.(m) WP Parz. Totale Note
Cassio Parmense 820 01 00'

00'

[ Scarica PDF Lista completa WayPoints ]

Chiastra S. Benedetto 840 02 15' 15'  
Monte Cassio 1021 04 60' 1h 15'  
Incrocio con SS62 900 07 50' 2h 05'  
Area di sosta 800 08 40' 2h 45'  
Ponte sul Baganza 564 10 30' 3h 15'  
Cassio Parmense 821 01 60' 4h 15'  
 

PROFILO ALTIMETRICO

 

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