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ValcenoTrek su GPSies.com |
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Chiudi Testo descrizione
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La testata della Val d'Arda è formata da una lunga dorsale montuosa
culminante nel massiccio ofiolitico del M. Menegosa e del Monte Lama e, più
a nord, dalle uniformi montagne arenacee di Santa Franca e della Morfassina
.
Il Monte Menegosa è indubbiamente una delle più belle ofioliti di media quota e
rappresenta l'emergenza montuosa più rilevante della zona, sia per la ma
mole sia per le sue linee aspre e dirupate e per i microambienti desertici e
lunari che presenta. Visto da lontano, soprattutto dalla Val Nure, appare
come una cresta dentellata che si erge bruscamente dai pendii argillosi
sottostanti. il vicino M. di Lama è invece molto diverso: la sua cima
pianeggiante emerge da bella faggete dal cui folto sbucano improvvisamente
le linee verticali dei "groppi" rocciosi ed è composta di diaspri, le stesse
rocce della rupe su cui sorge il non lontano castello di Bardi. Queste
pietre, dure e lavorabili con facilità in schegge affilate, furono usate fin
dalla più remota antichità: alle pendici del monte sono stati rinvenuti,
resti di insediamenti paleolitici e mesolitici e tracce di piccole "cave"
dove si estraeva il materiale. L'escursione parte dal
bucolico villaggio di Teruzzi, compie un anello toccando entrambe le cime
e consente di apprezzare la notevole varietà ambientale di questo
inconsueto e affascinante lembo di Appennino.
Il
punto di partenza, dove è possibile lasciare l'auto, è la località di
Teruzzi, il più alto villaggio della Val d'Arda (1038 metri).
Teruzzi possiede tipici esempi di abitazioni in pietra, tra i quali una casa
risalente al Quattrocento.
L'itinerario ha inizio dal cimitero di Teruzzi
(1004m, WP01), piccola frazione di Morfasso. Dalla
fontana si sale
con una ripida strada asfaltata verso la parte superiore e più vecchia del
borgo, ci dirige verso il piccolo agglomerato di Longhi, posto poco oltre,
dove si incontrano i segnavia del sentiero CAI 903 che conduce alla vetta
del Menegosa.
Giunti a
Casa Longhi
(1097m, WP03), il sentiero volta a
sinistra costeggiando un grande roccione per poi entrare in una bella
valletta dominata dalle contorte guglie dell'anticima del Monte Menegosa,
fra boschetti e ginepri sparsi nei pendii aridi e sassosi. Si sale ora più
decisamente, con alcuni tratti detritici, alla
sella nota come Passo Menegosa
(1220 m, WP03, 45').
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Il sentiero CAI 903 prosegue sulla destra in
rapida salita e permette di salire al Monte Menegosa (percorso solo in un
breve
tratto iniziale in
questa escursione). Dalla sella del Menegosa si prosegue verso sud seguendo il segnavia
CAI 901 che corre fra boschetti
e radure sul versante occidentale della dorsale. Un facile percorso
semipianeggiante porta alla Costa della Strinata, dove si incontra un
bivio:
(1220m, WP04) si prosegue a sinistra sul sentiero CAI 905 (cartelli presenti) mentre a Dx
il CAI 901 scende verso il Passo Liguada.
Dopo cinque minuti in piano il sentiero attraversa perpendicolarmente una
mulattiera (1238m, WP05): da questo punto inizia la ripida salita verso il M.
di Lama. Lungo il percorso si cominciano ad incontrare blocchi sempre più
grandi di diaspri, dal caratteristico colore rosso scuro; un'ultima salita
ripida e sassosa porta alla sommità del monte , larga e
pianeggiante e dove, se non fosse per la solita croce, non sarebbe facile
distinguere una vera cima. (1350 m, WP06,
45'/1h).
La cima del M. di Lama sorprende per la sua forma pianeggiante, dalla quale
si apre un panorama assai ampio che abbraccia le vallate di Ceno e Arda, con
una prospettiva particolarmente bella sullo spoglio versante meridionale del
M. Menegosa. |
Per la discesa, partendo dalla croce dalla prateria sommitale, si punta dritti verso il
bosco, diretti a est, seguendo il segnavia CAI 905.
Ad un'ampia radura, con
cippo a memoria di lotte partigiane (1309
m, WP07), si imbocca uno stradello che,
costantemente in faggeta, si presenta con qualche tratto piacevole e
pianeggiante e con diversi tratti piuttosto ripidi e sdrucciolevoli per la
presenza di brecciolino.
Giunti a valle, prima di giungere a Teruzzi, si attraversa il piccolo
agglomerato di case detto ''l'Oratorio'', dove si trova appunto un
bell'oratorio dedicato a S. Anna, recentemente restaurato. Ancora qualche
centinaio di metri e si arriva al punto di partenza dei Teruzzi (1004
m, WP01, 1h 30'/3h).
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Terruzzi localita "l'Oratorio": Oratorio di Sant'Anna
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Geosito del Monte di Lama. |
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Rilievo dal
particolare risalto morfologico, rappresenta il più esteso affioramento in
regione di Calcari a Calpionelle e Diaspri, a giacitura rovesciata. Lungo il
crinale interessanti pieghe nei diaspri. Di interesse la corrispondenza con
l'Archeologia.
Il M. di Lama rappresenta una peculiare montagna, la cui cima è la
culminazione di una sorta di altopiano, delimitato verso ovest da una ripida
parete, dove si osserva il passaggio tra i Calcari a Calpionelle di colore
grigio chiarissimo, che ne formano la parte basale, e gli scuri diaspri che
affiorano lungo la fascia sommitale. La disposizione che queste due rocce
sedimentarie presentano attualmente è rovesciata rispetto a quella che
avevano in origine, poiché i Diaspri (che raggiungono qui lo spessore di
circa 60 m) sono stati i primi materiali a sedimentarsi sulle ofioliti,
seguiti poi dai Calcari a Calpionelle, che un tempo dunque giacevano sopra i
Diaspri; il ribaltamento di queste rocce si è verificato nel corso delle
complesse vicissitudini che hanno portato alla formazione della catena
appenninica. I diaspri sono rocce silicee che si sedimentarono sopra le
ofioliti: di colore scuro, a tratti metallico o tendente al rosso cupo, con
sporadiche venature biancastre, sono caratterizzate da una sottile
stratificazione e, al loro interno, da una fine laminazione
La cima del Monte di Lama sorprende per la sua forma pianeggiante, dalla
quale si apre un panorama assai ampio che abbraccia le vallate di Ceno e
Arda, con una prospettiva particolarmente bella sullo spoglio versante
meridionale del M. Menegosa. Passeggiando lungo il ciglio delle ripide
pendici sud occidentali, è possibile osservare i sottili strati di diaspro
che a tratti descrivono pronunciate pieghe; le nicchie e le cenge della
roccia ospitano diverse piante rupicole, come semprevivi e sassifraghe. Alla
pendici del M. di Lama sono state individuate tracce di insediamenti
Paleolitici e Mesolitici, in pratica antichissime "cave" dove veniva
sfruttata la dura roccia silicea (sia i Diaspri che i noduli di selce, di
colore grigio chiaro, che si trovano all'interno dei Calcari a Calpionelle)
per trarre i nuclei da cui ottenere, tramite scheggiatura, varie tipologie
di manufatti. Lungo il versante orientale del M. Lama si trova il colle del
Castellaccio, rilievo ofiolitico la cui posizione attuale, al di sopra dei
Diaspri, testimonia il rovesciamento della successione: un tempo infatti le
serpentiniti che lo formano erano la base su cui si sedimentò, nel
Giurassico superiore, la successione dei Diaspri e dei Calcari a Calpionelle.
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Sandro Bassi - Mario Vianelli
- A piedi in EMILIA
ROMAGNA - Editore:
Guide Iter.
Regione Emilia Romagna - Servizio Geologico, Sismico e dei suoli - I
Geositi dell'Emilia Romagna
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Regione Emilia Romagna -
SIC Monte Menegosa, Monte Lama, Groppo di Gora
Geoitaliani:
www.geoitaliani.it/2014/01/il-monte-lama-la-montagna-delle-lame-di.html |
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Lista WayPoints con tempi di percorso |
Localita |
Alt.(m) |
WP |
Parz. |
Totale |
Note |
Terruzzi |
1000 |
01 |
00' |
00' |
[ Scarica PDF Lista
completa WayPoints ] |
Sella Menegosa |
1224 |
03 |
45' |
45' |
|
Monte lama |
1352 |
05 |
45'' |
1h 30' |
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Terruzzi |
1000 |
01 |
1h 30' |
3h 00' |
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PROFILO
ALTIMETRICO |
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MAPPA PERCORSO
- GPSies.com |
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