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ValcenoTrek su GPSies.com |
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Chiudi Testo descrizione
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Ad
occidente del Passo della Cisa il crinale appenninico è caratterizzato da
una discontinua cresta di montagne la cui massima elevazione è
costituita dal Monte Gottero, solitaria cima che sorge al centro di una
vastissima distesa di boschi e che conserva, sulle pendici settentrionali,
un piccolo circo glaciale. Dal monte scende verso nord la valle del torrente
Gotra, una delle più preziose oasi di natura quasi incontaminata
dell'appennino parmense.
Il sentiero che sale dal passo della
Cappelletta al Monte Gottero permette di attraversare gli splendidi boschi
che ricoprono le pendici della montagna e raggiungere la panoramica cima,
inoltrandosi in ambienti silenziosi e selvaggi.
Il
passo della Cappelletta si raggiunge da Borgotaro. Da qui ci si dirige verso
Bedonia per poi deviare in direzione Albareto. Raggiunto il paese si
prosegue per Montegroppo e da qui si sale al passo della Cappelletta.
Dall'ampio spiazzo
del Passo della Cappelletta (1085m, WP01), sovrastato dalle imponenti pale eoliche, si
imbocca l'Alta Via in direzione del Monte Gottero
(cartelli presenti).
Si inizia a salire con pendenza abbastanza accentuata ai piedi del monte Bertola. Dopo poche decine di metri di salita si incontra un piccolo
monumento eretto in memoria di un pilota militare qui caduto con il suo
velivolo nel 1966. Si costeggiano le recinzioni dei pascoli estivi fino ad
arrivare, con un breve strappo, ad una minuscola sella dove, grazie a una
scaletta in legno, si oltrepassa il filo spinato. Si percorre l'ampia
dorsale del Monte Bertola transitando per la modesta sommità (1196m), per
poi scendere alla sottostante sella situata in corrispondenza di un
rimboschimento di pini (1150m). Seguendo i segnavia bianco-rossi si supera
un'altra recinzione con l'ausilio di una scaletta di legno e si comincia a
camminare su un'ampia mulattiera che si inoltra in un bosco di aspetto
decisamente mediterraneo. Ignorata quasi immediatamento un'altra sterrata a
Sx si mantiene la Dx (segnavia sugli alberi e sui pali della
recinzione a destra del sentiero). Si sale con pendenza moderata fino
a raggiungere senza difficoltà il
Passo Bocca di Lupo (1250m, WP04, 60').
Il
costante richiamo al grande predatore presente nei toponimi della zona,
testimonia una secolare e diffusa presenza dell'animale che, dopo decenni di
assenza, da alcuni anni
è
tonato a frequentare anche questo settore dell'Appennino parmense.
Seguendo sempre i puntuali segnavia con breve rapido tratto di salita in
pochi minuti si giunge a un bivio (1300m). Ignorata la traccia a sinistra che conduce
direttamente alla Foce dei tre Confini, si mantiene la destra e si continua
a salire verso la cima del Gottero ( cartelli
presenti) immersi in una magnifica faggeta (che conserva anche alcuni
esemplari monumentali) si compiono alcuni brevi strappi alternati ad alcuni
tratti quasi pianeggianti.
Lambita la modesta cima del Monte del Lupo
(1530 m, WP06)
si può osservare un bel cippo confinario in pietra del 1828 e ignorata la
traccia a Sx che
conduce al lago
Grande (in verità un minuscolo specchio d'acqua di origine glaciale
situato a ridosso della cresta sommitale della montagna) si mantiene ancora
la Dx in direzione della vetta. Senza affrontare particolari difficoltà si
mette piede sull'ultimo tratto di dorsale, dove la faggeta di alto fusto
lascia spazio ai più piccoli e contorti alberi di crinale, si esce
definitivamente dalla vegetazione ormai in prossimità della cima.
Percorrendo l'ultima parte dell'erbosa e ventosa dorsale si mette piede
sull'ampia sommità del Monte Gottero (1639 m, WP07, 1h
30', 2h 30').
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Dalla
vetta, nelle giornate serene, la vista spazia libera dal Monte Orsaro al
Ponente ligure, osservando all'orizzonte le Alpi Apuane, la costa della
Versilia, il Mar Ligure le isole toscane e la Corsica.
Sulla cima del Gottero sono presenti anche due manufatti umani: una croce in
ferro, eretta in occasione dell'Anno Santo del 1933 e
una lapide che ricorda la «Battaglia del Gottero» combattuta dai partigiani
contro i nazi-fascisti il 20 gennaio del 1945.
Abbandonata la cima si comincia a scendere sulla larga cresta orientale
della montagna, in direzione della Foce dei tre Confini. Dopo un breve
tratto panoramico si entra nella vegetazione e con una ripida discesa si
giunge in prossimità di una piccola radura. A questo punto il sentiero piega
con decisione a sinistra (nord) e scende nella faggeta con pendenza
costante. In pochi minuti si raggiunge
la Foce dei tre Confini detta anche
Passo della Colla (1430m, WP08, 20', 2h 50').
Ignorato il sentiero che si dirige verso Adelano
e la Lunigiana, tralasciata la strada che prosegue verso il Passo dei Due
Santi e trascurata infine la pista che scende verso Squarci, si imbocca la
traccia che ritorna verso il Passo del Lupo e il Passo della Cappelletta,
tagliando le pendici settentrionali del Monte Gottero (indicazioni e
segnavia sono evidenti). Il sentiero compie numerosi saliscendi nel bosco e
lambisce il cordone morenico dell'antico ghiacciaio che, durante l'ultima
glaciazione, ricopriva la parte più alta della montagna.
Durante il percorso si lambisce anche una piccola torbiera interrata che
rappresenta l'estrema evoluzione di un minuscolo lago glaciale. Raggiunto
senza difficoltà il bivio a quota 1300 m incontrato durante la salita, da
qui si percorre a ritroso il cammino compiuto all'andata fino a raggiungere
il punto di partenza (1085m, WP01, 2h, 4h 50'). |
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SIC
del Monte Gottero. |
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Il M. Gottero, alla testata della bellissima Val Gotra, area di
riferimento delle omonime arenarie, una potente successione
torbiditica riferita al dominio ligure è compreso nel SIC (Sito di
Importanza Comunitaria)
IT4020010. Verso nord si osservano
forme arcuate interpretate come circhi glaciali e depositi morenici.
Il Monte Gottero si eleva dal cinale nel punto di confine di tre
regioni (Emilia, Liguria, Toscana) e di tre province (Parma, La
Spezia e Massa), alla testata della bellissima Val Gotra (affluente
in destra del Taro). E' l'area tipo, o di riferimento, delle
Arenarie del Monte Gottero, una potente successione torbiditica
riferita al Campaniano sup.- Maastrichtiano, appartenente al dominio
ligure. I versanti del Monte Gottero sono densamente ammantati dai
boschi, con sporadici affioramenti. Lungo il crinale che dà sulle
pendici settentrionale si osservano due (e forse anche tre) forme
arcuate interpretate come circhi glaciali, ai cui piedi si estende
una grande coltre di depositi morenici.
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Ostrogoti,
Bizzantini e Longobardi in Val Taro |
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Il
territorio di Albareto conserva uno dei rarissimi toponimi derivati della
breve dominazione dei Goti in Italia. Il nome «Gottero », così come «Gotra»,
derivano infatti con ogni probabilità da «Gotus» e da «Gotulus» (“dei
Goti”), indicando cioè un insediamento di questo popolo in questa remota
valle dell'Appennino. I Goti orientali (Ostrogoti), guidati da Teodorico,
calarono in l'Italia nel 488, ma furono poi sconfitti nel 553 dai bizantini
al termine della devastante guerra «greco-gotica». La Val Gotra fu
evidentemente una delle zone strategicamente più importanti di questo
settore appenninico per gli Ostrogoti, tanto da conservarne fino ad oggi la
memoria Del resto i valichi della zona furono in seguito oggetto
dell'attenzioni anche dei bizantini, come dimostrano le notizie riguardanti
gli insediamenti fortificati di Turris (ricordato in seguito come curtis
Turresàna nel IX secolo, come Burgus Turresana nel 1204 ed infine con il
nome attuale di Burgus Valdetario nel 1254) e di Varese Ligure posizionati
sui due opposti versanti appenninici. Un altro importante presidio
fortificato bizantino, denominato Kastrum Kàmpsas, presidiava la valle del
Taro, ma le scarse notizie documentarie e la mancanza di significativi
ritrovamenti archeologici non hanno reso possibile individuare con sicurezza
la collocazione del sito, da alcuni studiosi posizionato nei pressi di
Roccamurata e da altri nei pressi di Borgotaro. Secondo questa seconda
ipotesi l'abitato di Campi, conserverebbe nel toponimo la memoria
dell'antico kastrum. L'apparato difensivo del limes bizantino resistette
alla prima fase dell'espansione longobarda che portò alla conquista
dell'alta Valtaro già nel 594, ma che si arrestò prima di Turris. Solo nel
643, la conquista di quest'ultimo caposaldo e la caduta del Kastrum Kampsas,
permise ai longobardi di assumere il pieno controllo dei valichi
appenninici. |
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Andrea Greci - Monte Gottero
anello dal P.so Cappelletta - Gazzetta di Parma 2 Giugno 2011
Andrea Greci - Guida alle escursioni invernali nell'Appennino
Parmense (Val taro e val Ceno) - Editore: Gazzetta di Parma 2011
Sandro Bassi - Mario Vianelli, A piedi in Emilia Romagna, editore
Guide Iter
I
Geositi dell'Emilia Romagna Servizio Geologico sismico e dei suoli
- Regione Emilia Romagna |
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Lista WayPoints con tempi di percorso |
Localita |
Alt.(m) |
WP |
Parz. |
Totale |
Note |
Passo della Cappelletta |
1085 |
01 |
00' |
00' |
[ Scarica PDF Lista
completa WayPoints ] |
Incrovio AVML con Variante |
1302 |
05 |
1h 00' |
1h 00' |
|
Monte Gottero |
1640 |
07 |
1h 30' |
2h 30' |
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Foce dei tre confini |
1423 |
08 |
20' |
2h 50' |
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Passo della Cappelletta |
1090 |
01 |
2h 00' |
4h 50' |
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PROFILO
ALTIMETRICO |
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MAPPA PERCORSO
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