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IT93

  Val Taro: Al Monte Gottero dal passo della Cappelletta.
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by

Giorgio Tanzi 2015

Caratteristiche Percorso

 Itinerario   Passo della Cappelletta - Passo del Lupo - Monte Gottero - Foce dei 3 confini - Passo Cappelletta.
 Dislivello   Salita: 680 m   Discesa: 680 m
 Lunghezza   12 Km
 Difficoltà  

E

 L'itinerario non presenta difficoltà.
 Segnavia   AVML (alta via monti Liguri) e variante AVML
 Durata   5 ore circa.
 Altitudine Massima   Monte Gottero  1640m
 Cartografia   Carta escursionistica 1:50.000  Alto Appennino Parmense Ovest ed. 1996   [ Visualizza porzione della mappa ]

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Ad occidente del Passo della Cisa il crinale appenninico è caratterizzato da una discontinua  cresta di montagne la cui massima elevazione è costituita dal Monte Gottero, solitaria cima che sorge al centro di una vastissima distesa di boschi e che conserva, sulle pendici settentrionali, un piccolo circo glaciale. Dal monte scende verso nord la valle del torrente Gotra, una delle più preziose oasi di natura quasi incontaminata dell'appennino parmense.
Il sentiero che sale dal passo della Cappelletta al Monte Gottero permette di attraversare gli splendidi boschi che ricoprono le pendici della montagna e raggiungere la panoramica cima, inoltrandosi in ambienti silenziosi e selvaggi.

Il passo della Cappelletta si raggiunge da Borgotaro. Da qui ci si dirige verso Bedonia per poi deviare in direzione Albareto. Raggiunto il paese si prosegue per Montegroppo e da qui si sale al passo della Cappelletta.

Dall'ampio spiazzo del Passo della Cappelletta (1085m, WP01), sovrastato dalle imponenti pale eoliche, si imbocca l'Alta Via in direzione del Monte Gottero (cartelli presenti). Si inizia a salire con pendenza abbastanza accentuata ai piedi del monte Bertola. Dopo poche decine di metri di salita si incontra un piccolo monumento eretto in memoria di un pilota militare qui caduto con il suo velivolo nel 1966. Si costeggiano le recinzioni dei pascoli estivi fino ad arrivare, con un breve strappo, ad una minuscola sella dove, grazie a una scaletta in legno, si oltrepassa il filo spinato. Si percorre l'ampia dorsale del Monte Bertola transitando per la modesta sommità (1196m), per poi scendere alla sottostante sella situata in corrispondenza di un rimboschimento di pini (1150m). Seguendo i segnavia bianco-rossi si supera un'altra recinzione con l'ausilio di una scaletta di legno e si comincia a camminare su un'ampia mulattiera che si inoltra in un bosco di aspetto decisamente mediterraneo. Ignorata quasi immediatamento un'altra sterrata a Sx  si mantiene la Dx (segnavia sugli alberi e sui pali della recinzione a destra del sentiero). Si sale con pendenza moderata  fino a raggiungere senza difficoltà il Passo Bocca di Lupo  (1250m, WP04, 60').

Il costante richiamo al grande predatore presente nei toponimi della zona, testimonia una secolare e diffusa presenza dell'animale che, dopo decenni di assenza, da alcuni anni è tonato a frequentare anche questo settore dell'Appennino parmense.
Seguendo sempre i puntuali segnavia con breve rapido tratto di salita in pochi minuti si giunge a un bivio (1300m). Ignorata la traccia a sinistra che conduce direttamente alla Foce dei tre Confini, si mantiene la destra e si continua a salire verso la cima del Gottero ( cartelli presenti) immersi in una magnifica faggeta (che conserva anche alcuni esemplari monumentali) si compiono alcuni brevi strappi alternati ad alcuni tratti quasi pianeggianti.
Lambita la modesta cima del Monte del Lupo (1530 m, WP06) si può osservare un bel cippo confinario in pietra del 1828 e ignorata la traccia a Sx che conduce al lago Grande (in verità un minuscolo specchio d'acqua di origine glaciale situato a ridosso della cresta sommitale della montagna) si mantiene ancora la Dx in direzione della vetta. Senza affrontare particolari difficoltà si mette piede sull'ultimo tratto di dorsale, dove la faggeta di alto fusto lascia spazio ai più piccoli e contorti alberi di crinale, si esce definitivamente dalla vegetazione ormai in prossimità della cima. Percorrendo l'ultima parte dell'erbosa e ventosa dorsale si mette piede sull'ampia sommità del Monte Gottero (1639 m, WP07, 1h 30', 2h 30')

 

Dalla vetta, nelle giornate serene, la vista spazia libera dal Monte Orsaro al Ponente ligure, osservando all'orizzonte le Alpi Apuane, la costa della Versilia, il Mar Ligure le isole toscane e la Corsica.
Sulla cima del Gottero sono presenti anche due manufatti umani: una croce in ferro, eretta in occasione dell'Anno Santo del 1933 e una lapide che ricorda la «Battaglia del Gottero» combattuta dai partigiani contro i nazi-fascisti il 20 gennaio del 1945.
Abbandonata la cima si comincia a scendere sulla larga cresta orientale della montagna, in direzione della Foce dei tre Confini. Dopo un breve tratto panoramico si entra nella vegetazione e con una ripida discesa si giunge in prossimità di una piccola radura. A questo punto il sentiero piega con decisione a sinistra (nord) e scende nella faggeta con pendenza costante. In pochi minuti si raggiunge
la Foce dei tre Confini detta anche Passo della Colla (1430m, WP08, 20', 2h 50').
 
Ignorato il sentiero che si dirige verso Adelano e la Lunigiana, tralasciata la strada che prosegue verso il Passo dei Due Santi e trascurata infine la pista che scende verso Squarci, si imbocca la traccia che ritorna verso il Passo del Lupo e il Passo della Cappelletta, tagliando le pendici settentrionali del Monte Gottero (indicazioni e segnavia sono evidenti). Il sentiero compie numerosi saliscendi nel bosco e lambisce il cordone morenico dell'antico ghiacciaio che, durante l'ultima glaciazione, ricopriva la parte più alta della montagna. Durante il percorso si lambisce anche una piccola torbiera interrata che rappresenta l'estrema evoluzione di un minuscolo lago glaciale. Raggiunto senza difficoltà il bivio a quota 1300 m incontrato durante la salita, da qui si percorre a ritroso il cammino compiuto all'andata fino a raggiungere il punto di partenza (1085m, WP01, 2h, 4h 50').

SIC del Monte Gottero.

Il M. Gottero, alla testata della bellissima Val Gotra, area di riferimento delle omonime arenarie, una potente successione torbiditica riferita al dominio ligure è compreso nel SIC (Sito di Importanza Comunitaria) IT4020010. Verso nord si osservano forme arcuate interpretate come circhi glaciali e depositi morenici.
Il Monte Gottero si eleva dal cinale nel punto di confine di tre regioni (Emilia, Liguria, Toscana) e di tre province (Parma, La Spezia e Massa), alla testata della bellissima Val Gotra (affluente in destra del Taro). E' l'area tipo, o di riferimento, delle Arenarie del Monte Gottero, una potente successione torbiditica riferita al Campaniano sup.- Maastrichtiano, appartenente al dominio ligure. I versanti del Monte Gottero sono densamente ammantati dai boschi, con sporadici affioramenti. Lungo il crinale che dà sulle pendici settentrionale si osservano due (e forse anche tre) forme arcuate interpretate come circhi glaciali, ai cui piedi si estende una grande coltre di depositi morenici.

Ostrogoti, Bizzantini e Longobardi in Val Taro

Il territorio di Albareto conserva uno dei rarissimi toponimi derivati della breve dominazione dei Goti in Italia. Il nome «Gottero », così come «Gotra», derivano infatti con ogni probabilità da «Gotus» e da «Gotulus» (“dei Goti”), indicando cioè un insediamento di questo popolo in questa remota valle dell'Appennino. I Goti orientali (Ostrogoti), guidati da Teodorico, calarono in l'Italia nel 488, ma furono poi sconfitti nel 553 dai bizantini al termine della devastante guerra «greco-gotica». La Val Gotra fu evidentemente una delle zone strategicamente più importanti di questo settore appenninico per gli Ostrogoti, tanto da conservarne fino ad oggi la memoria Del resto i valichi della zona furono in seguito oggetto dell'attenzioni anche dei bizantini, come dimostrano le notizie riguardanti gli insediamenti fortificati di Turris (ricordato in seguito come curtis Turresàna nel IX secolo, come Burgus Turresana nel 1204 ed infine con il nome attuale di Burgus Valdetario nel 1254) e di Varese Ligure posizionati sui due opposti versanti appenninici. Un altro importante presidio fortificato bizantino, denominato Kastrum Kàmpsas, presidiava la valle del Taro, ma le scarse notizie documentarie e la mancanza di significativi ritrovamenti archeologici non hanno reso possibile individuare con sicurezza la collocazione del sito, da alcuni studiosi posizionato nei pressi di Roccamurata e da altri nei pressi di Borgotaro. Secondo questa seconda ipotesi l'abitato di Campi, conserverebbe nel toponimo la memoria dell'antico kastrum. L'apparato difensivo del limes bizantino resistette alla prima fase dell'espansione longobarda che portò alla conquista dell'alta Valtaro già nel 594, ma che si arrestò prima di Turris. Solo nel 643, la conquista di quest'ultimo caposaldo e la caduta del Kastrum Kampsas, permise ai longobardi di assumere il pieno controllo dei valichi appenninici.

 
Andrea Greci - Monte Gottero anello dal P.so Cappelletta - Gazzetta di Parma 2 Giugno 2011
Andrea Greci - Guida alle escursioni invernali nell'Appennino Parmense (Val taro e val Ceno) - Editore: Gazzetta di Parma  2011
Sandro Bassi - Mario Vianelli, A piedi in Emilia Romagna, editore Guide Iter

I Geositi dell'Emilia Romagna  Servizio Geologico sismico e dei suoli - Regione Emilia Romagna

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Lista WayPoints con tempi di percorso

Localita Alt.(m) WP Parz. Totale Note
Passo della Cappelletta 1085 01 00'

00'

[ Scarica PDF Lista completa WayPoints ]

Incrovio AVML con Variante 1302 05 1h 00' 1h 00'  
Monte Gottero 1640 07 1h 30' 2h 30'  
Foce dei tre confini 1423 08 20' 2h 50'  
Passo della Cappelletta 1090 01 2h 00' 4h 50'  
 

PROFILO ALTIMETRICO

 

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